Biohacking: cos’è e come ne potrebbe beneficiare il tuo corpo

Aaron Traywick

E’ un dato di fatto che oggi alcune persone decidono di ricorrere alla tecnologia e fare uso di alcuni impianti artificiali che possono in un certo senso rendere la loro vita più facile e migliorarne le prestazioni fisiche; questa tendenza è particolarmente sviluppata in Russia, dove ad esempio Alexei Rautkin, un giovane programmatore di 24 anni, ha deciso di impiantarsi un microchip nella mano per aprire e chiudere la porta del suo ufficio soltanto con un gesto.

Anche in altre parti del mondo si è dato inizio ad uno studio più approfondito di questa possibilità, e si iniziano ad incontrare casi sempre più numerosi di persone che decidono di impiantare nel proprio corpo piccoli meccanismi tecnologici per usi di svariato genere; in Silicon Valley (California) ad esempio, è frequente imbattersi in gente che accende l’auto a distanza con un semplice piccolo gesto della mano, chi abilita il proprio telefono cellulare da remoto muovendo un solo dito, o ancora chi ordina alla sua stampante, che si trova in un altro angolo dell’ufficio, di imprimere fotocopie di tale documento solo con un comando gestuale.

Origini e prime tracce del biohacker

Il 4 Febbraio 2018 si è tenuta ad Austin (Texas) il Biohacking Con, la più importante conferenza su biologia ed ingegneria genetica ‘homemade, alla quale hanno partecipato studiosi, ricercatori ed hackers di tutto il mondo, e che aveva come tema principale da dibattere ed approfondire ‘l’inserimento di microchips sottocutanei e le sue possibili ripercussioni sul corpo umano’. Ebbene, durante la conferenza, lo studioso Aaron Traywick si abbassò i pantaloni e si iniettò nella gamba un trattamento per l’herpes che era tuttavia in fase sperimentale; il fatto non tardò a diventare virale in internet, ed in breve tempo il ‘biohacking’ era sulla bocca di tutti proprio come Traywick desiderava, con l’intento di rendere più popolari ed accessibili a tutti le terapie geniche fatte in casa e di sentirsi liberi da qualsiasi vincolo con case farmaceutiche potendo provvedere autonomamente a somministrarsi trattamenti fatti in casa senza l’ausilio di alcun medico o specialista.

Creare superumani quasi immortali, il grande obiettivo

Come abbiamo visto, dalla più pura e semplice curiosità scientifica nasce questa pratica dalle molteplici ed attraenti possibilità di ulteriore sviluppo, e che questa è sicuramente volta a migliorare la nostra vita con l’uso di nuovi ritrovamenti tecnologici che, si crede, siano in grado di poterla inoltre anche allungare.

Se si immagina per un attimo un paziente con problemi cardiovascolari, giusto per fare un esempio, un piccolissimo sensore grande quanto un chicco di riso posto sottopelle, potrebbe avvertire la persona che sta andando incontro ad un attacco di cuore; allo stesso modo si potrebbe pensare ad un ‘lettore di assimilazione zuccheri o grassi in eccesso’ che faccia saltare tutti gli allarmi possibili quando ci stiamo nutrendo male o in modo disequilibrato, o ancora ad un sensore di cardiofrequenza in grado di elaborare i nostri dati quando siamo sotto sforzo che ci avvisi di un imminente collasso.

La biologia sintetica

La biologia sintetica è poco a poco diventata la strada più utilizzata per creare vita artificiale, non tanto come immaginiamo noi, e cioè con robots in grado di emulare comportamenti umani o dispositivi elettronici e computers di vario genere, ma soprattutto creando nuovi organismi con l’assemblaggio di parti provenienti a loro volta da altri organismi già viventi. Tutti avrete visto il film ‘Frankenstein jr’…ecco, l’idea è proprio quella….creare una nuova vita artificiale che non sia composta da parti meccaniche e cavi elettrici, ma che sia risultante dalla coesistenza di varie parti provenienti da vari corpi.

E’ inevitabile che prima o poi, addentrandosi sempre più in questo affascinante e creativo mondo, ci si trovi a camminare su una sottilissima linea che porta inevitabilmente verso l’ingegnerìa genetica; attualissime e sempre più perfette tecniche di manipolazione del DNA rendono infatti possibile la creazione artificiale di nuove forme di vita ed, in questo contesto, sono sicuramente stati di grande supporto gli studi realizzati dal dott. Craig Venter che ha dimostrato la effettiva possibilità di manipolare il DNA anche su grande scala.