La prostituzione nei paesi di periferia

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Sebbene sia considerato ‘il mestiere più vecchio del mondo’, un mestiere dove il soldo gira facile e si può guadagnare quello che si vuole, quello della prostituta non è certo un lavoro facile, e questo non si può non riconoscere; ci sono donne che ricorrono a questo mestiere perché hanno sulle spalle una vita difficile e sfortunata e necessitano costantemente denaro, giovani madri reduci da un matrimonio andato in rovina, studentesse che adorano avere in tasca sempre un bel gruzzoletto per potersi permettere un viaggio o un paio di scarpe alla moda, insomma si trova di tutto.

Quello che è certo è che se una donna decide di volersi prostituire perché, sia quale sia il motivo che la spinge a farlo, ha bisogno di soldi, il posto migliore per farlo è senza dubbio la metropoli, il grande centro abitato, la città; certo, perché è li che si sviluppano contatti, amicizie, ci si tuffa nel cosiddetto ‘tran tran quotidiano’, e questa frenetica vita rutinaria prevede ovviamente anche il sesso. Ma se una donna non ha la fortuna di vivere in città, e magari vive in un piccolo paese di periferia che probabilmente non offre neppure possibilità lavorative, come fa a sopravvivere? Esisteranno le condizioni minime necessarie a garantirsi degli introiti facendo la prostituta di periferia?

Vantaggi e svantaggi di prostituirsi in paese

Vista nell’ottica della quantità dei contatti, e quindi della possibilità di incassare giornaliermente cifre maggiori, l’attività della prostituta conviene esercitarla certamente in città, il che significherebbe, per una ragazza che vive in un paese di periferia che non offre neppure ‘sbocchi’ nel mondo del lavoro, trasferirsi e prendere in affitto un monolocale; se parliamo di città come Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, la spesa a cui andrebbe incontro la ragazza sarebbe di circa 800-1000 euro al mese spese incluse, se è fortunata. E cosa succederebbe se la ragazza decidesse di restare in paese e tentare di mettere su il suo bel giretto di clienti?

Quali sarebbero le conseguenze della sua scelta? Molto dipende da quanto grande è il paese, su quanti potenziali clienti potrà contare, e quanto è disposta a mettere in piazza la sua vita; già, perché si sa che quando ‘il paese è piccolo, la gente mormora’….vecchio proverbio che ricorda quanto rapidamente circolino le notizie in un piccolo paese, specialmente i pettegolezzi maligni. Superati questi ostacoli, non è poi così scontato che una giovane prostituta di paese guadagni male, anzi in genere una volta creato il ‘giro clienti’, forse in paese è più facile mantenerlo rispetto alle mille opportunità che offre la città.

I guadagni possono essere gli stessi con meno stress

Certo ci sono anche dei lati positivi nell’esercitare l’attività di prostituta in paese, poi dipende sempre dai punti di vista e dalle aspettative della ragazza che decide di volerlo fare; diciamocela tutta, quando una prostituta ha incassato i suoi 200 euro al giorno, pari a circa 6.000 euro al mese, e vive fuori città, dove i costi di sopravvivenza sono sicuramente più bassi e ci sono meno possibilità di poter spendere soldi in vizio o cose futili, avrà poi tutta questa voglia e forza di voler aumentare il suo giro d’affari, o magari è felice semplicemente ‘rifugiandosi’ nella pace della sua bella casetta di campagna?

Un cliente verso ora di pranzo, ed un altro verso cena, 100 euro (rigorosamente esentasse) ad appuntamento, ed ecco che si materializzano all’incirca 5.000/6.000 euro al mese per poter vivere abbastanza tranquillamente; tra l’altro, non è detto che si debba spargere per forza la voce in paese, perché sicuramente anche i clienti non vorranno far sapere le loro ‘cose private’, quindi è molto probabile che si raggiunga con essi un tacito accordo per mantenere il ‘segreto’.

Paesi in cui le prostitute vengono considerate streghe

Una volta visti i pro ed i contro che ci sono nell’esercitare la professione di prostituta in un piccolo paese di periferia, bisogna solo sperare di trovarsi in un posticino tranquillo, senza eccessivi pregiudizi, un borgo che non sia rimasto eccessivamente indietro nel tempo; e già, perché ce ne sono alcuni dove le prostitute vengono ‘demonizzate’, quasi al pari delle streghe, considerate come il male in persona che vuole distruggere i valori della famiglia, motivo per il quale vengono emarginate, se non addirittura perseguitate.

Casi di questo genere si sono verificati (ed in alcuni casi continuano a verificarsi ancora oggi) specialmente nei paesi del ‘profondo sud’ della nostra penisola, e magari in qualche piccolo sobborgo dell’entroterra (specie in Sardegna e Sicilia). Purtroppo, in alcuni di questi paesi basta soltanto vedere in giro una ragazza vestita in modo differente da come vestono le ‘donne di paese’, per etichettarla come prostituta, figurarsi poi se la si vede anche in compagnia di uomini diversi!